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Spesso il linguaggio della filosofia ci appare astruso, e a volte anche quello della psicologia. In realtà, se noi pensiamo semplicemente alle arti espressive, dalla pittura alla danza, alla musica, alla poesia, al disegno, possiamo facilmente comprendere quello che Gendlin intendeva e intende: quanti di noi a seguito di un dispiacere o di una gioia, amoroso ad esempio, hanno scritto, cantato, disegnato, ballato, ecc.? Chi non ha cantato tutte le sue pene suonando la chitarra, da adolescente per lo meno?

Molti di noi senza saperlo hanno spontaneamente già fatto Focusing.

Facciamo Focusing tutte le volte in cui ascoltiamo il corpo e ascoltiamo il flusso dei messaggi corporei che l’esperienza genera in noi. 

Facciamo Focusing tutte le volte che, dopo un’esperienza che ci tocca (in un senso  o in un altro), ci fermiamo, portiamo l’attenzione al corpo e ci chiediamo: “Ma come sto io, veramente, adesso?” e aspettiamo che il corpo si esprima in quale che sia il modo migliore per lui. 

E facciamo Focusing tutte le volte in cui in quella pausa Ascoltiamo quello che il corpo ha da dirci… e la sorpresa è assicurata!